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Fellowship for Intentional Community: Our mission is to support and promote the development of intentional communities and the evolution of cooperative culture.

Naturamata

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  • Fellowship for Intentional Community
Meet the neighbors:

Mission: Cerchiamo persone motivate e decise, disponibili subito, che vogliano trasferirsi in campagna, per condividere progetto di vita in autosufficienza. Non è un’offerta di lavoro, ma la ricerca di compagni di avventura che vogliono cambiare vita. Con capitale o senza capitale, non importa, ma bisogna almeno poter disporre per un paio d’anni di 300 -500 euro al mese per partecipare alle spese comuni. Dopo un primo periodo di assestamento la proprietà sarà donata ai partecipanti, che costituiranno un’associazione. Al momento c’è un agrumeto in produzione, un mandorleto in collina non irriguo da recuperare, molti ulivi sparsi in parte selvatici. Tutto quello che si realizza dalla vendita dei prodotti, verrà fin da subito condiviso. Il territorio, grande e vario, è quello di un antichissimo podere nella zona di Carlentini (SR), con caseggiati e vecchi impianti, un bosco di querce, panoramico, arieggiato e ricco di macchia mediterranea. Le abitazioni sono da sistemare, ma in parte abitabili subito. Molte persone provano e rinunciano, perché c’è molto da lavorare. La vita in campagna non è quella che si vede in tv, ma quella che ti sporca le mani e ti piega la schiena, per vedere crescere i tuoi prodotti genuini e un pezzo di pianeta diventare la tua casa. Perciò occorre essere determinati e forti, nel corpo e nello spirito, e soprattutto liberi da condizionamenti filosofici, etici e religiosi che impediscono l’armonia con una natura bella e crudele. Per maggiore chiarezza: il progetto è incompatibile con scelte vegetariane, animaliste, pacifisti.

From www.ic.org/directory/naturamata/:

Dall'etimologia borgo significa città fortificata e mercantile, torre, nell'uso comune è un quartiere della città, usualmente fuori le mura. In altre spiegazioni si legge anche la differenza fra borgo e villaggio, dove il primo può essere considerato una città anche molto piccola, ma importante ed autonoma, il secondo rimane spesso un'insieme di case e di persone privo di struttura economica e politica.

Sta tutta qui la differenza fra il borgo rurale e l'ecovillaggio, come si suole chiamare una comunità di nuova tendenza nel linguaggio forbito dell' utopia contemporanea. L'ecovillaggio si rappresenta spesso come un'isola felice, al di fuori del travaglio e dei conflitti di una società in continua trasformazione, in realtà sono progetti rimasti sulla carta o esperienze travagliate come tutte le altre.

Questo non è il progetto di un ecovillaggio ma di un borgo rurale.
Il borgo mi fa pensare al maniscalco, all'osteria, al mercato, ai viandanti, alle botteghe artigiane, al disordine di gente operosa e libera, anche avventuriera o temeraria, ai contrasti stridenti fra ricchezza e povertà, allo scontro giornaliero fra la bontà e la cattiveria, fra l'arrogante ignoranza e la signorilità. Il borgo è un luogo dove convivono lavoro e passione, cultura e divertimento, regole e galera, natura e scienza.

Ma andiamo con calma, non vogliamo costruire una città, non c'è lo spazio, anche il borgo sarebbe troppo grande. Del borgo prenderemo il dinamismo, l'assetto territoriale, l'idea delle fortificazioni. Abbiamo anche la torre e un alto promontorio detto il "poggio di progenio", da dove guardare le coste, nel caso che il nemico venisse dal mare.

Ma in tempo di pace faremo l'orto, la carciofaia, pianteremo i legumi e i cavolfiori, le zucche, cureremo l'agrumeto, gli ulivi, i mandorli e i fichidindia. Faremo i contadini a tempo pieno, per coltivare la terra e mangiare da re, perciò saremo anche saggi, nobili e generosi, come i veri re.

Verranno fuori le diversità, alcuni saranno miti e riflessivi, altri irruenti ed istintivi, qualcuno amerà la strategia, altri la poesia o la cura del corpo se non quella della mente. Il carattere forte ed equilibrato trascinerà quello più debole, quello smaliziato aprirà gli occhi al timido. Alcuni lavoreranno la terra, altri la esplorereranno, tutti insieme la conquisteremo, per strapparla ai devastatori e agli usurpatori; non ci sarà pace senza giustizia, non ci sarà libertà senza lotta. Il male non va ignorato o evitato, ma affrontato, sia che abbia le sembianze umane, quelle di una forza occulta o di una infezione virale. Non aspetteremo la buona sorte, andremo a cercarla ovunque si trovi.

Il terreno è grande, bello e fertile, l'ideale per mettere su casa e lavoro, famiglie, singoli, coppie, alla fine un gruppo di amici che si organizza per vivere e produrre.

Non inventeremo nulla di speciale: quando tutto sembrerà normale, sarà già speciale.

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